(g.l.) “Batikando” e il simpatico titolo della nuova mostra della Galleria La Loggia di Udine che sarà inaugurata proprio oggi, 15 ottobre, alle ore 18.30. Eliana Spinelli è la protagonista della rassegna allestita nel prestigioso spazio artistico, diretto da oltre mezzo secolo da Maristella Cescutti, e che potrà essere visitata fino al 9 novembre prossimo.
Il titolo della mostra lascia subito intuire che le opere, anche di grande formato, presentate sono state ottenute con l’antica tecnica su tela Batik. Ma di che cosa si tratta? Ce lo spiega la stessa artista, la quale afferma che per lei si tratta di una vera e propria «fonte di vita», ricordando al riguardo anche una celebre frase di George Bernard Shaw: “Si usa l’arte per guardarsi l’anima”. «L’esercizio di quest’arte – spiega infatti Eliana Spinelli – mi permette di stare con me stessa, di svuotare la mente e dalla pratica attingo le energie che mi servono per procedere nel mio cammino».
Interessante è poi conoscere come nasce quest’arte. «La tecnica Batik – riprende l’artista – è caratterizzata dall’uso della cera d’api per delimitare le aree da colorare e da tingere. In particolare, il tessuto viene dapprima disegnato e, dopo l’impermeabilizzazione con la cera d’api miscelata con la paraffina, viene dipinto e tinto nelle parti rimaste scoperte». E aggiunge: «Pratico di Batik dal 1970 e si tratta di un’arte molto antica; i primi rinvenimenti sono stati fatti nei paramenti sacri custoditi dalle piramidi egizie. Poi è stata tramandata ma, nonostante i molti passaggi epocali, ha conservato la considerazione sacra che si merita».
Come detto, la mostra, che sarà aperta questo pomeriggio, sarà visitabile fino al 9 novembre. La Galleria nei giorni 8 e 9 novembre sarà aperta dalle 17.30 alle 19.30.
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In copertina e all’interno l’artista Eliana Spinelli al tavolo di lavoro e una delle sue opere realizzate con l’antica tecnica Batik.
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E oggi in città c’è anche un invitante momento letterario, organizzato con la collaborazione del Club per l’Unesco di Udine presieduto da Renata Capria D’Aronco. Eccolo:
